Nicola Morea

Nicola Morea pittore e grafico professionista, nato a Bari il 16 agosto 1943, risiede ed ha il suo studio a Mola di Bari.
Eredita la vena artistica da sua madre, creatrice di moda, si forma in pittura alla scuola del pittore italo-venezuelano ‘Don Pedro’. Inizia la sua attività espositiva con una personale a Gioia del Colle nel 1976. Per la grafica si avvale degli insegnamenti di Maria Bellomo, docente di incisione alla Accademia di Belle Arti di Bari, e Marisa Salomone, presso le cui stamperie dal 1980 ad oggi ha eseguito oltre quaranta titoli tra acqueforti, acquetinte, serigrafie e linoleografie.
Al suo attivo ha oltre 50 personali in Italia e all’estero e partecipazioni a concorsi di livello nazionale e internazionali con riconoscimenti significativi.

Sue opere figurano in collezioni pubbliche e private.
Nel 1996 con altri artisti ha fondato il movimento “Terzo Millennio” aspetti d’arte contemporanea.

2014: Domagk Ateliers -  ArtItaly&ArtWorld, a cura di Pamela Cento, Monaco di Baviera
2013: small & LARGE, Vibe Gallery, Londra
Mostra collaterale alla Biennale di Venezia Fondazione Xante Battaglia, Venezia
2011: è stato invitato alla 54^ Biennale di Venezia.

Nel corso degli anni, la sua ricerca si è estrinsecata nei cicli
1998 ad oggi Iperpop
1995-1998 Trasparenze
1992-1998 Tracce
1987-1989 Le porte del tempo 
1987-1989 Finestre
1985-1986 Tele tagliate
1983-1984 Nuvole barocche

 

La pittura di Nicola Morea si articola fra una ragione compositiva e un impulso emozionale che, conciliandosi in una visione equilibrata, permette all’artista di sviluppare una sua identità’ stilistica, che si precisa sia in composizioni di apparenze paesaggistiche, sia in un informale puro e segnico.
Nel primo caso vengono evocati spazi distesi o orizzonti profondi, dove non c'è’ quasi riconoscibilità’, ma soprattutto contrasti coloristici, dove le masse pigmentose si dispongono alternativamente in nette monocromie, o in superfici rugose e materiche sovente percorse da macchie, segni e contorni allusivi.
Nel secondo caso, il gioco che si instaura fra sottili ed eleganti grafismi e sapienti accostamenti di toni e controtoni, tende idealmente a espandersi oltre i confini dello spazio pittorico, che appare coperto da un impasto di considerevole spessore e da una tavolozza vibrante e variegata.
Le composizioni informali di Morea mantengono tuttavia un’organizzazione spaziale che rimanda con evidenza alle sperimentazioni più’ prettamente descrittive. una mappa squisitamente mentale si svela infatti dietro la trama di queste opere, dove l’idea di una rappresentazione ambientale non e’ tanto suggerita dall’impaginato aprospettico, quanto piuttosto dalla ordinata e razionale organizzazione tra forme e colori.
Infine , se l’uso di procedimenti pittorici legati alla gestualità’ avvicinano l’artista a certe espressioni dell’action painting americana, tuttavia non ci sono automatismi scritturali nelle linee sottili e nei tratti che si coniugano in strutture ben differenziate e calibrate nei rapporti tonali. E neppure sono casuali i reticoli e le stratificazioni dei segni che in molti lavori creano profondità’ caotiche e perturbanti, dove lo sguardo si addentra alla ricerca di un fondo non visibile.
Paolo Levi