2009

AstrAzione

AstrAzione – 8/17 aprile 2009 galleria Vista - Roma

Artisti: Elisabetta Fontana, Luciano Giovannini, Francesco Granelli, Giovanni Mangiacapra, Luigi Profeta.

Curatrice Marina Zatta

Con questa mostra Soqquadro vuole indagare le ultime ricerche nel campo dell’Arte Astratta ed Informale. Gli artisti partecipanti, pur seguendo tutti il filo conduttore dell’espressione  artistica non figurativa, elaborano in modo molto diverso tra loro, con diversi stilemi e tecniche, le loro opere.

Elisabetta Fontana ha una grande passione per l'arte. Durante l'esperienza di Umbria Jazz, l’artista ha avuto  modo di conoscere direttamente l'opera di Alberto Burri a Città di Castello, che le ha dato lo stimolo necessario per approfondire il discorso di rielaborazione dei materiali: le realtà organiche ed informali dei cretti, delle combustioni e dei sacchi, Elisabetta ha provato a rielaborarla  utilizzando le resine.

Luciano Giovannini da alle sue opere esperienze e significati profondi, paesaggi dell’anima e della mente, filtrati attraverso l’uso sapientemente controllato delle forme e dei colori. La natura, forzata e sofferente in queste forme si fa caparbiamente strada in modo inquietante, rammentandoci che ci troviamo di fronte a una realtà apparente, ad un fluttuare di forme sullo sfondo di uno spazio puramente cerebrale.

Francesco Granelli affronta diversi stili, tutti rivolti alla rappresentazione formale dell’immagine e dell’immaginario; disegni, caricature, sculture e soprattutto, oli su tela; in questi ultimi prevalgono i colori caldi del rosso e del giallo miscelati direttamente sulla tela opportunamente preparata con una miscela personale; i colori sono disposti con pennellate brevi ma violente; l’incontro fra i colori – così diversi tra loro in senso cromatico – deve rappresentare l’incrocio tra le diversità e le conoscenze.

Giovanni Mangiacapra fa delle sue opere materia viva, pulsante, organica: il corpo fluido della pittura che scorre sulla tela, sospinta da una passione incontenibile, ritrova la sua anima nella luce che penetra nei pigmenti e svela profondità inaspettate. L’artista aggredisce la tela con impulsività, stende il colore con robuste pennellate che lasciano la superficie ruvida, fitta di concavità e sporgenze come il terreno appena arato, ma pronto ad accogliere il seme della vita.

Luigi Profeta elabora opere partendo da un rapporto fortemente dialettico ( e a tratti conflittuale) tra elementi contrapposti: luce e tenebre, ordine e caos, forma e materia. Si tratta, come è facile arguire dalle coppie di elementi contrapposti, di un'arte che potremmo definire, senza tema di smentita, di matrice " filosofico-cosmogonica", anche se poi i titoli delle opere ci rimandano ad origini di marca più spiccatamente personale e psicologica.

FigurAzione

FigurAzione – 18/28 aprile 2009 – galleria Vista - Roma

Artisti: Stefano Amici, Francesca Betti, Gabriela Bodin, Cristianomorellizimmer, Sandro Giordano, Enrico Greci, Dolores Lazzari, Flavia Manfroncelli, Franco Marchiolli, Matteo Quadalti, Lisa Zerbin.

Curatrice Marina Zatta

Con questa mostra Soqquadro vuole indagare le ultime ricerche nelle nuove forme di figurazione dell’arte moderna. Gli artisti partecipanti, pur seguendo tutti il filo conduttore dell’espressione  artistica figurativa, elaborano in modo molto diverso tra loro, con diversi stilemi e tecniche, le loro opere. Ciò che ne emerge è un panorama variegato che esplora i diversi sentieri che l’arte ha intrapreso ponendosi il significato della figura, del paesaggio e delle forme di arte “riconoscibili” nell’attualità del movimento artistico.

Stefano Amici, unico scultore presente in mostra, propone le sue ultime ricerche in creta, figure che emergono dalla terra dall’amalgamarsi con essa o, di contralto, esplorando una figurazione che sfiora il geometrico.

Francesca Betti non si sofferma su un soggetto per troppo tempo, è eclettica nei confronti delle tecniche e dei supporti che costituiscono una grande fonte di ispirazione ed è attratta soprattutto dalla realtà che la circonda; Francesca è definita da forti materialità e corporeità che però si dissolvono nell’evanescenza dei suoi scenari , come a focalizzare una ed unica idea.

Gabriel Bodin ci illustra suo percorso artistico: “La mia ricerca artistica ha iniziato con un “dispetto” verso la mia storica professoressa di belle arti che mi impediva di utilizzare il nero nella pittura spiegandomi che sporca l'opera, io invece mi sono accorta che questo non-colore ha la forza di creare atmosfere profonde e misteriose rispecchiando perfettamente il mio carattere e stato d'animo. Il mio obiettivo e catturare l'attenzione del passante, trasportarlo in un altra dimensione e suscitarli emozioni di ogni tipo.”

Cristianomorellizimmer presenta in questa mostra un’opera eseguita direttamente con le mani -
dal cuore alle mani : l'artista elabora immagini della campagna toscana che sono raccolte nel cuore e le esprime direttamente con le mani sulla tela, considerando le mani come la nostra frontiera con il mondo.

Sandro Giordano si esprime con ampie descrizioni d'amore e di inquietudine, luminose figure emergono da fondi scuri, servendosi del gioco eterno di luce ed ombra. L’opera presente in mostra rappresenta una donna china su di se in atteggiamento riflessivo dalla quale emana l’intera luce del quadro.

Enrico Greci  è un artista che metabolizza le immagini che lo circondano e le imprime sulle tele come tatuaggi dal make-up moderno e accattivante. Non utilizza operazioni troppo concettuali, imita la vita, e non solo, la prende in prestito e ne usa la bellezza, la forza comunicativa, e il messaggio semiotico. Nei suoi ritratti, si sentono i sapori della metropoli, gli odori di linguaggi cinematografici, e i colori primari tipici di una nuova Pop Art.

Dolores Lazzari racconta con le sue opere il suo paesaggio veneziano e di questa sua ricerca ci dice: "Nell'ambito del profondo fascino che mi suscita la città con tutto il suo vissuto storico, sociale, culturale.....insomma, il luogo dove tanti uomini hanno lasciato la loro tangibile impronta, io cerco di rappresentare la sintesi tra questa tangibilità e la mia astratta emozione."

Franco Marchiolli e Flavia Manfroncelli, fondatori del Movimento Univerticalista, in“Il nostro magma quotidiano” analizzano in modo innovativo il rapporto tra l’uomo e la natura. Questo lavoro rappresenta uno sguardo all’interno del mondo, una via per addentrarci nel conflitto tra la perfezione della natura e la frenesia scellerata degli uomini, che calpestano le regole naturali e le forzano a loro piacimento per interessi politico-economici. Se il rapporto tra uomo e natura in quest’opera diventa l’aspetto fondante, va comunque rilevato che l’arte Univerticalista sta in una sperimentazione che sappia interrogare ed interrogarsi, innovarsi con sistemi classici guardando al futuro.

Matteo Quadalti nella sua pittura, non è alla ricerca spasmodica del nuovo. I suoi lavori guardano molto al passato, non per anacronismo integralista ma perché molte delle tipologie di produzioni passate sono congeniali al suo modo di intendere la vita. Nel percorso di Matteo sono evidenti i riferimenti che congiungono l'arte senese di Martini o Duccio all'arte del rinascimento, passando per Lotto, Perugino, Caravaggio, fino ad approdare alla Lempicka.

Lisa Zerbin crea un’arte che è espressione di un’ emozione creata da una foto, sensualità, armonia nei movimenti, un suono dipinto a tocchi, una provocazione rappresentata dalla donna. Una donna nella sua femminilità, nelle sue movenze, nella sua maggiore espressione, donna in tutte le sue etnie, in tutti i suoi colori, in tutti i suoi nudi, sempre coperti ma svelati da piccoli dettagli. Donna nella sua morbida bellezza, avvolta da tocchi di luce e drappeggi in rilievo, al fine di creare un attimo pieno di emozione e sentimento che coinvolga tutti i sensi. 

Working "out" Progress

Working “out” progress – 5/19 giugno – 22 luglio/5 agosto 2009 – galleria Vista - Roma

Artisti: Duccio Andreini, Roberto Baldazzi, Elisabetta Fontana, Luca Merendi, Cristina Messora, Maurilio Raponi, Gianni Riva, Gloria Tranchida, Ennio Zangheri.
Angelo Aprile, Michela Fiini, Cristina Messora, Filippo Passeo, Corinne Piccarolo,
Gloria Tranchida

Working “out” progress è un viaggio di riflessione artistica sul tema della crisi nel mondo del lavoro. Vi sono esposte 16 opere che 9 artisti, diversi tra loro per stile, linguaggio e tecniche pittoriche,  hanno appositamente realizzato sul tema della crisi.

In questo periodo di terribile recessione economica, tutti telegiornali ci parlano della crisi che prevedono sarà lunga e dolorosa. Molti lavoratori sono già stati messi in cassa integrazione o in mobilità ed i contratti in scadenza dei precari non sono stati rinnovati, a volte senza spiegazioni o con motivazioni fittizie.

L'esposizione è intitolata Working "OUT" progress proprio per sottolineare, con l'alterazione del famoso modo di dire inglese Working in progress, il momento di drammatica regressione che il mondo del lavoro sta affrontando in questo periodo che si traduce in minori diritti e tutele dei lavoratori oltre che in vere e propri momenti di disagio se non di disperazione sociale.

Cosa accade quando il lavoro anziché progredire regredisce? Quale senso di sfiducia si instaura nelle persone? Quali egoismi scaturiscono da una concezione della socialità che ruota sul mors tua vita mea? Da tutto ciò quali e quanti disordini sociali possono sorgere?

Questi gli interrogativi che si agitano nell’animo dei cittadini a cui gli artisti partecipanti a questa anomala esposizione hanno tentato di dare delle risposte.

Soqquadro Factory

Working “out”progress – 5/19 giugno – 22 luglio/5 agosto 2009 – galleria Vista - Roma

Artisti: Duccio Andreini, Roberto Baldazzi, Elisabetta Fontana, Luca Merendi, Cristina Messora, Maurilio Raponi, Gianni Riva, Gloria Tranchida, Ennio Zangheri.
Angelo Aprile, Michela Fiini, Cristina Messora, Filippo Passeo, Corinne Piccarolo,
Gloria Tranchida

Working “out” progress è un viaggio di riflessione artistica sul tema della crisi nel mondo del lavoro. Vi sono esposte 16 opere che 9 artisti, diversi tra loro per stile, linguaggio e tecniche pittoriche,  hanno appositamente realizzato sul tema della crisi.

In questo periodo di terribile recessione economica, tutti telegiornali ci parlano della crisi che prevedono sarà lunga e dolorosa. Molti lavoratori sono già stati messi in cassa integrazione o in mobilità ed i contratti in scadenza dei precari non sono stati rinnovati, a volte senza spiegazioni o con motivazioni fittizie.

L'esposizione è intitolata Working "OUT" progress proprio per sottolineare, con l'alterazione del famoso modo di dire inglese Working in progress, il momento di drammatica regressione che il mondo del lavoro sta affrontando in questo periodo che si traduce in minori diritti e tutele dei lavoratori oltre che in vere e propri momenti di disagio se non di disperazione sociale.

Cosa accade quando il lavoro anziché progredire regredisce? Quale senso di sfiducia si instaura nelle persone? Quali egoismi scaturiscono da una concezione della socialità che ruota sul mors tua vita mea? Da tutto ciò quali e quanti disordini sociali possono sorgere?

Questi gli interrogativi che si agitano nell’animo dei cittadini a cui gli artisti partecipanti a questa anomala esposizione hanno tentato di dare delle risposte.

Whiteness

Whiteness - i colori del bianco - 27 ottobre/5 novembre 2009 – galleria Vista - Roma


Artista Angela Scappaticci
Curatrice Marina Zatta


Angela Scappaticci in questa occasione presenta "Whiteness - i colori del bianco" le cui opere orbitano tutte intorno ad una ricerca monocroma del bianco La stessa autrice spiega così il suo lavoro: "L'idea è quella di sfatare il concetto secondo il quale i quadri debbano essere necessariamente realizzati con dei colori; un quadro può essere costituito anche solo da forme e, soprattutto, simbolismi. Il bianco, peraltro, è pregno di colori, essendone la risultanza derivante dalla loro somma nello spettro elettromagnetico, ed è altrettanto denso di significati che spaziano dalla purezza e spiritualità occidentali al simbolo del lutto tipico di molte religioni orientali. Il bianco è la tavolozza cromatica più completa in cui tutto si può immaginare e tutto si può ridipingere".

Le opere della Scappaticci sono realizzate in altorilievo, con la tecnica del cretto; da sempre il lavoro di quest’artista si evolve sulla ricerca materica utilizzata paritariamente alla ricerca coloristica; la scelta di un uso quasi totale del bianco in questa esposizione denota la volontà della pittrice di esplorare la forza della materia anche al di là del colore. Angela Scappaticci ha appena partecipato ad una importante manifestazione internazionale, "Expo Italia" a Bruxelles, ed è in procinto di presentare le sue opere a Shangai. 

Tras-Figurazione

Tras-Figurazione 6- 20 novembre 2009 – Galleria Vista - Roma

Artista Dolores Lazzari
Curatrice Marina Zatta

Dolores Lazzari opera da anni una ricerca sulla visione del paesaggio urbano. I paesaggi urbani della Lazzari non provengono dalla realtà terrestre, ma dall’oceano dei suoi sentimenti. Dolores riesce a narrarci una realtà “altra” perché sposta la narrazione dal piano meramente visivo a quello dell’esplicazione del suo sentire. I luoghi di cui Dolores ci parla sono esclusivamente spazi conosciuti ed amati dall’artista, vissuti e di conseguenza narrati non con lo sguardo dell’impressione, ma filtrati dallo stato d’animo dell’espressione. Nel suo passato Dolores Lazzari ha una lunga carriera di architetto, periodo in cui la pittura rimane secondaria nella sua vita, fino al momento in cui Dolores decide di cessare la sua attività come architetto per dedicarsi esclusivamente alla pittura. Anche la sua visione architettonica usciva dalla mera costruzione per inserirsi nella visone del mondo e non del suo particolare. La stessa Lazzari spiega così la sua visione del suo lavoro architettonico prima e pittorico poi: “Non ho mai visto l'architettura come progettazione di costruzioni fine a sé stessa, ma qualsiasi intervento deve per me essere finalizzato alla città, alla sua armonia e agli uomini che la abitano. Non a caso ho iniziato la professione come urbanista. Sono portata a vedere la città nel suo assieme, nella sua atmosfera, con la sua storia piena di vite vissute e viventi. Forse per questo nei mie quadri non ci sono particolari o descrizioni: perché non contano; ed è per questo che non ci sono presenze umane: perché la città è piena di presenze umane che hanno lasciato le tracce delle loro storie. E' il luogo dell'uomo e senza l'uomo non avrebbe senso.
Casa = uomo = città = storia dell'umanità. L' atmosfera che vi intuisco trova una forte rispondenza emotiva in me e un  - mi ricordo senza una memoria logica - "
La creazione dell’edificio/luogo nel passaggio dall’architettura alla pittura si trasforma così nel racconto della poetica del paesaggio che si concentra principalmente su tre città: Milano, Venezia e Lecce, tre luoghi principi della sua vita, la Milano in cui vive e Venezia e Lecce in cui trascorre buona parte delle sue vacanze. Sono tre narrazioni che ci aprono una visione di queste città al di là del nostro solito conoscerle facendocele scoprire nuove, magiche, traslate poeticamente.

2008

Schiavitu'

Schiavitu’ – 16 gennaio/2 febbraio 2008 –  Mercato Alimentare di Piazza Vittorio – Roma
un progetto di arte sociale da  un’idea di Marina Zatta

La parte “Amore” del progetto vede l’interazione dell’artista con alcune prostitute. L’artista ha tagliato i vestiti che le prostitute indossavano in una performance di violenza simbolica. Ognuna di loro poi ha scritto su dei cuori di cartone una frase sul significato dell’amore. Con i brandelli degli abiti tagliati e i cuori sono state realizzate delle opere d’arte.
La parte “Lavoro” del progetto, condotta dal presidente dell’associazione culturale Soqquadro Riccardo Girini, ha come oggetto le interviste di alcuni lavoratori precari – schiavi moderni: la colf, la badante, il muratore, il lavavetri ecc,  le cui immagini sono state successivamente elaborate da 6 artisti contemporanei.  

L’intero progetto è organizzato e sostenuto dall’Associazione Culturale Soqquadro, promosso dalla Presidenza della Provincia di Roma, patrocinato dalla Regione Lazio e dal I Municipio del Comune di Roma, e viene ospitato all’interno del grande mercato alimentare di Piazza Vittorio  grazie alla collaborazione della Co.Ri.Me.

IL PROGETTO
L’iniziativa si divide in due settori: Amore e Lavoro

AMORE: La prima parte pone al centro una scomoda domanda: Quanti bravi e buoni padri di famiglia utilizzano per i loro svaghi amorosi il mercato della prostituzione?
“L’Amore è …”  è la domanda al centro della performance con cui l’artista ha spogliato l’identità fisica e affettiva  delle professioniste del sesso. E’ infatti questa la domanda a cui quattro prostitute hanno riposto scrivendo su dei grandi cuori che cos’è l’amore per loro.  Successivamente l’artista è  intervenuto fisicamente con delle forbici sul corpo delle prostitute ritagliando un pezzo del loro vestito che insieme al biglietto è divenuto la base dell’opera pittorica. L’intervento con le forbici simboleggia la violenza fisica e psicologica con cui le operatrici del sesso si devono confrontare quotidianamente, ma violenza che è insita nel concetto stesso i amore. La presenza del biglietto è il cortocircuito dell’idea di amore di chi fa l’amore per vivere.

LAVORO: Oggetto della riflessione sono i lavoratori immigrati, sottopagati in nero, che danno tutto per avere in cambio solo la sopravvivenza. Nello stesso tempo sono anche disprezzati e temuti  perché si teme il diverso, ciò che non si conosce. Un gioco di ruoli in cui chi teme è spesso l’aguzzino, siamo noi? Quanti di noi pagano i contributi alla propria colf o badante? Quanti dei nostri proprietari agricoli segnano regolarmente i loro lavoratori stranieri? Quante delle nostre case affittate ai lavoratori stranieri hanno contratti regolarmente registrati? Riccardo Girini ha indagato sull’universo del lavoro nero e accompagnato da un fotografo e da un operatore video, ha documentato facce e condizioni di sei tipologie di lavoro (Commesso di alimentari, Colf, Muratore, Commerciante ambulante, Lavavetri, Benzinaio). Dalla serie di foto agli immigrati ne sono state selezionate 6 che sono state stampate in gigantografia e date a 6 artisti contemporanei: Marco Barucco – Giovanni Mangiacapra – Caterina Morelli – Gloria Tranchida – Lavinia Tucciarelli – Angela Scappaticci, che hanno trasformato le foto in lavori pittorici interpretando con i loro linguaggi artistici l’espressività esistenziale dei lavoratori. Sulle opere sono state  scritte le “professioni” (p.e. la tua colf, il tuo muratore ecc.) delle persone ritratte per mettere lo spettatore della mostra di fronte ad una denuncia dei propri personali comportamenti nei confronti degli stranieri visti e trattati come braccia  da utilizzare  e non come persone.

Colore & Materia

Colore & Materia – 9/19 aprile – 22 aprile/8 maggio - 1/12 luglio 2008 - galleria Vista – Roma

Artisti Giovanni Mangiacapra, Pietro Piazza, Scegle, Lavinia Tucciarelli, Marco Bellagamba, Serena Bigliani, Laura Candy, Roberto Pagnani, Paola Abbondi, Andrea Mercedes Melocco, Caterina Morelli.

Curatrice Marina Zatta

L’esposizione è il terzo ed ultimo appuntamento di un ciclo di mostre che Soqquadro ha dedicato ai temi dell’utilizzo colore e della materia nell’arte moderna

Soqquadro ha organizzato un ciclo di mostre dedicate alle principali componenti della pittura e della scultura: il Colore e la Materia.

Giovanni Mangiacapra utilizza il colore, steso sulla tela con grandi gesti di potenza informale, per comunicare le sensazioni della sua anima attraverso un segno liberatorio ed espressivo. Egli interviene sulla materia, attraversandola come corpo vivo e traducendola, con l’uso del colore, in linguaggio significante. 

Pietro Piazza realizza opere che si collocano sulla scia della ricerca surreale che l’artista ha evoluto utilizzando lo strumento dell’astrazione geometrica. Nel suo percorso artistico la ricerca di linguaggio è predominante e l’uso del colore, o la sua assenza nei bianchi e neri, è lo strumento per la narrazione fantastica dell’immaginario dell’artista.

Egle Scerelli, in arte Scegle, è un artista che esprime sulla tela figurazioni a tecnica mista, in un complesso itinerario cromatico espressione della propria forza spirituale. La figura, in particolare quella umana, rappresenta la base essenziale e costante della ricerca e della continua ed efficace sperimentazione dell’artista. Le tele di Scegle sono composizioni di accentuata creatività con inserti di materia: stoffa, metallo, vetro.

Lavinia Tucciarelli ha evoluto negli ultimi anni la sua ricerca ruotante sull’astrazione, per realizzare opere che mescolano la pulsione di un colore lanciato sull’opera con l’azione del dripping, all’utilizzo di materie “altre” (carte di giornali, stoffe, metalli…) con una libertà di comunicazione che tiene conto solo del bisogno espressivo dell’artista.

Marco Bellagamba è dalla metà degli anni novanta, da quando Marco ritrova la scatole dei colori e dei pennelli del padre, che sente nascere lo stimolo di confrontarsi con la tela bianca. Da qui comincia il suo percorso attraverso il lavoro pittorico di stampo figurativo, che abbandonerà intorno al 2000, quando passa alla pittura informale ed aderisce al Transvisionismo, movimento artistico culturale. 

Serena Bigliani tramuta con pazienza vecchie carte in opere d’arte estremamente attuali, nel solco di un’arte pittorica in cui il colore ha un ruolo preponderante. Nelle sue opere, carte, vecchi giornali, colla, acqua, materie povere si trasformano, attraverso la rivisitazione coloristica e con l’uso dell’antica tecnica del papier maché, in quadri espressivi dal sapore informale.

Laura Candy nasce a Roma dove vive e lavora; fin da piccola si esprime attraverso i colori, la musica, le parole; di questo oggi si occupa, cantando e scrivendo poesie e brani musicali e dedicando molto del suo tempo all'arte pittorica segnata dalla sperimentazione di tecniche diverse. Nelle sue opere, attraverso un utilizzo del dripping o delle tamponature sulla tela racconta un astrattismo potente fatto di segni che rappresentano l’esplorazione-espressione del ritmo dell’anima dell’artista, alla ricerca di un ordine creato attraverso il contenimento del caos.


Roberto Pagnani è cresciuto in un ambiente familiare dedito al mondo dell’arte e si è formato a contatto diretto con opere ed artisti tra i più rappresentativi della cultura italiana ed europea come, ad esempio, M. Moreni e G. Mathieu. Ha frequentato la bottega d’incisione di Giuseppe Maestri a Ravenna ed ha esposto in numerose città italiane ed estere ricevendo vari premi e segnalazioni. In questa mostra espone i suoi ultimi lavori, in cui l’uso del colore è preponderante nella ricerca espressiva.

Paola Abbondi crea opere pittoriche esclusivamente con l’utilizzo di materiale anomali, come la cera, che danno ai suoi lavori una forte narrazione scultorea. Con la scelta di colori polverosi, tenuti, mai aggressivi, si inserisce in un discorso espressivo fortemente etereo, che contrasta con un’elegante narrazione la potenza della scelta materica.

Andrea Mercedes Melocco è scultrice, tutto il suo operare nasce da una attitudine/attrazione verso il racconto scultoreo, con lo specifico utilizzo del legno. Nonostante la sua poetica scultorea, la ricerca delle sue “sagome” si evolve su un discorso di tramutazione della tridimensionalità della scultura nella struttura espositiva narrata dalla bidimensionalità pittorica. Le sue sagome si appendono al muro, sono segni di ombre di uomini appiattiti contro la parete, con cui l’artista mette a confronto un elaborare la scultura in maniera estremamente raffinata, narrando al contempo l’uomo attraverso le sue ombre che, come le ombre reali, si appiattiscono sui muri.

Caterina Morelli realizza quadri con segni minimali, colori espressi con pochi tratti di sottilissima leggerezza, che rendono i suoi lavori poetici come lievi soffi di vento che raccontano bisbigliando la storia degli oggetti che l’artista rappresenta. In questo discorso così sottile e leggiadro, Caterina inserisce piccoli dettagli di elementi tessili, fili e piccoli brandelli di tessuto. Sono particolari materici che rendono l’opera sottilmente tridimensionale, con un’espressività della materia quasi impalpabile che lo spettatore deve ricercare con attenzione, in questo gioco di narrazione garbata.

Protezione Esterna

Protezione Esterna -  performance artistico/sociale a favore dei lavoratori esternalizzati dell’Università degli studi Roma Tre – 21 aprile 2008 – Rettorato di Roma 3 – Roma

Artisti: Alexander Jakhnagiev, Ivan Jakhnagiev, Caterina Morelli, Giorgio Fersini, Angela Scappaticci, Marco Barucco, Flavia Manfroncelli, Anna Salvati, Lavinia Tucciarelli, Franco Marchiolli, Enrico Zingaretti

Ideazione e curatela Marina Zatta

Con la collaborazione del Coordinamento R.S.A. della Coop. 29 Giugno CGIL FP – USI – RdB CUB

Reportage fotografico Piero Cremonese

Da qualche anno nella pubblica amministrazione va di “moda” esternalizzare i servizi che spesso riguardano anche settori delicati che dovrebbero essere svolti da personale istituzionale. Dietro un finto risparmio, realizzato solo sulla carta, spostando le cifre che concernono i lavoratori esternalizzati dalla colonna degli impiegati a quella degli appalti esterni, si celano situazioni di grave disagio lavorativo per persone a cui vengono riconosciuti diritti minori e verso cui si espleta una maggiore ricattabilità.
I lavoratori esternalizzati hanno minore protezione, minori diritti, salari più scarsi in nome di un finto risparmio della collettività, che invece nasconde solo un passaggio di denaro dagli enti pubblici alle aziende private.

Nella situazione specifica dell’Ateneo Roma Tre, come è stato anche evidenziato dal servizio di Report del 25 novembre 2007, questa situazione rientra nei parametri dell’interposizione di mano d’opera, e bisogna anche tener conto che tra i lavoratori esternalizzati di Roma Tre il 30% sono invalidi.

Le Organizzazioni Sindacali FP CGIL, RdB CUB e USI hanno sempre posto al centro delle loro proteste tale politica del lavoro che rende i lavoratori esternalizzati precari non solo nella loro attività professionale. Ecco perché, in collaborazione con l’Associazione Culturale Soqquadro hanno deciso di esprimere il proprio dissenso alla politica del lavoro dell’Università Roma Tre, ipotizzando l’utilizzo della pittura come una “Protezione Esterna” che sostituisca metaforicamente, attraverso l’atto del colorare il grigiore della vita dei lavoratori esternalizzati, la “protezione” sociale e lavorativa che essi dovrebbero avere.   

La Gente è Astratta o Informale?

La Gente è Astratta o Informale? – 4 ottobre/ 7 novembre 2008 – galleria Vista - Roma

Artisti Tommaso Antalo, Alessandro Bozzolan, Luca Fortunato, Luciano Giovannini, Andreina Guerrieri, Ivano Pardi, Marcello Trabucco, Enrico Zingaretti,  Giovanni Boldrini, Mad, Maurizio Marchioretti, Nicola Morea,  Valentina Majer

Curatrice Marina Zatta

Con questa mostra Soqquadro vuole indagare le ultime ricerche nel campo dell’Arte Astratta ed Informale con una visione allargata, come si arguisce dall’ironico titolo, al fruitore dell’opera, che viene spinto ad indagare in sé stesso se, la fascinazione o la repulsione per un’arte che narra il sentire utilizzando l’irriconoscibile anziché la figurazione, non celi nella sua anima la voglia di cercare la tranquillità del riconoscere o piuttosto il desiderio di avventurarsi oltre i confini del conosciuto all’occhio.

E’ un modo per interrogarsi su sé stessi ben oltre i propri gusti artistici, ampliando le domande al rapporto tra il proprio cosciente e l’inconscio, lo sconosciuto, l’estraneo alla notorietà del reale. 

Gli artisti esposti hanno tutti accettato di presentare i loro lavori in questa esposizione che possiamo narrare con un ossimoro di gioco serio, mettendo a nudo la loro visione del’arte e in qualche modo anche la visione psicologica del loro creare.  

Rifiuti Eccellenti

Rifiuti Eccellenti. L’arte del riciclo si mette in mostra – 10/24 ottobre 2008 – Chiostro del Museo Civico di Bracciano (Roma)

Iniziativa di Bracciano Ambiente, Comune di Bracciano e Provincia di Roma

Artisti: Paola Abbondi, Patrick Alò, Luca Bellaccini, Marco Bellagamba, Serena Bigliani, Ariela Böhm, Paolo Chirco, Ciro Cipollone, Publia Cruciani, Fabrizio Falchetto, Giorgio Fersini, Mario Giuliani, Emilio Giusti, Jacopo Mandich, Andrea Mercedes Melocco, Caterina Morelli, Angela Scappaticci, Gloria Tranchida, Lavinia Tucciarelli, Cinzia Verni, Davide Zenobio.

Performance di Angela Scappaticci e Caterina Morelli

Curatrice Marina Zatta

Il progetto è legato all'avvio della sperimentazione della raccolta differenziata ‘porta a porta’ che il Comune di Bracciano sta promuovendo insieme alla Bracciano Ambiente S.p.A. L’Arte, dunque, questa volta non solo regala un momento di piacere per il pensiero dà anche una forte risposta alla società dell’usa e getta, di un consumismo che non produce nessun amore nei confronti di ciò che viene considerato solo un prodotto e mai un manufatto.

Tra gli artisti partecipanti si trovano rappresentazioni di diversi generi di arte, dal figurativo, all'informale, all'astratto, con l’utilizzo di tutti i possibili materiali da riciclo: plastiche, stracci, metalli, legni, carte, silicone, reti da pollaio, vecchie zappe o pezzi di motorini: tutto ciò che l’uomo moderno considera morto e da scartare viene visto da questi artisti come oggetto nobile, portatore in sé di una storia degna di essere narrata.

Shopping Bag = Arte

Shopping Bag = Arte 2008 –  13/14 dicembre 2008 – V Municipio Comune di Roma
1° edizione dell’Arte del recupero nel V Municipio

Artisti: gli studenti della Scuola Media Luigi Di Liegro e dell’Istituto d’Arte Sacra Roma 2, Maria Grazia Barbanera, Serena Bigliani, Ivan Jakhnagiev, Giusi Maletta, Flavia Manfroncelli, Franco Marchiolli, Patrizia Quaranta, Anna Salvati, Manuela Scannavini, Angela Scappaticci, Dani Sol, Gloria Tranchida e Lavinia Tucciarelli.

Curatrici Giuseppina Maletta e Marina Zatta

Il progetto Shopping Bag = Arte nasce dalla fantasia di Enrico Todi, curatore dell’Ass. Cult. Diletta Vittoria, e dalla attiva collaborazione dell’Ama che ha partecipato in partenariato alle edizioni svoltesi negli anni passati nella galleria di Via Margutta.

Quest’anno la manifestazione è stata “esportata”, grazie  all’Ass. Cult. Soqquadro ed alle curatrici Giuseppina Maletta e Marina Zatta, anche nel territorio del V Municipio, nel quartiere Colli Anieni, luogo in cui l’Ama ha avviato da tempo con successo la raccolta differenziata porta a porta.

L’idea è di far riciclare ad alcuni artisti, sia professionisti che studenti delle scuole del territorio, alcune Shopping Bag usate utilizzandole come inusuale tavolozza per creazioni artistiche.

Sono così nate 80 opere realizzate su buste di diversi marchi ed utilizzando svariati generi artistici con molteplici tecniche pittoriche e scultoree.

2007

Guglie

Guglie, mostra in due tappe – 15/25 maggio – 18/28 luglio 2007 – galleria Vista – Roma


Artisti maggio: Andrea Artusi, Marco Barucco, Marco Bellagamba, Laura Candy, Lidia Scalzo

Artisti luglio: Lello Bavenni, Laura Limpidi, Flavia Manfroncelli, Franco Marchiolli, Anna Maria Scocozza, Antonio Spagnuolo, Heinrick Wagner

Curatrice: Marina Zatta


Guglie è una moderna riflessione sul senso della spiritualità espresso da diversi artisti. Il riferimento del titolo è alle Guglie delle cattedrali gotiche che si elevavano verso il cielo alla ricerca espressiva della spiritualità medievale. Gli artisti hanno realizzato opere di cm. 30X120 esprimendo con la dimensione verticale la stessa concezione delle guglie gotiche. Le opere esprimono incertezze o determinazioni scatenati dal senso della spiritualità nel mondo moderno. L’epoca attuale è al contempo atea e religiosa ed in entrambi i casi spesso lo è in maniera integralista. Negli stessi spazi urbani convivono tante e diverse dimensioni del credere o negare l’esistenza del divino; queste diversità a volte coesistono pacificamente, altre volte si scontrano incapaci di tessere un dialogo. L’arte in quanto espressione del pensiero umano, ha il diritto/dovere di esprimere la propria visione su temi che coinvolgono la società. Anche in questo caso gli artisti esprimono, con le loro diverse riflessioni, la supremazia del dubbio contrapposto alla banalità della certezza che spesso caratterizza le forme di ideologia portando gli uomini allo scontro anziché alla comprensione reciproca.

Rinasce-Re

Rinasce-Re – mostra in due tappe – 20/30 giugno – 4/14 luglio 2007 – galleria Vista – Roma

Artisti giugno: Valentino Carboni, Angelo De Boni, Giorgio Fersini, Le Girasoli, Demis Martinelli, Mauro Mencucci, Luigi Profeta, Angela Scappaticci, Gloria Tranchida, Cinzia Verni

Artisti luglio: Patrick Alò, Stefan Arletti, Serena Bigliani, Ariela Böhm, Beatrice Colabianchi, Hector & Hector, Pier Antonio Manca, Andrea Mercedes Melocco, Monica Notarbartolo

Curatrice: Marina Zatta

Nell'ambito di una visione sociale interessata alle modifiche ambientali del pianeta, Soqquadro presenta l’esposizione Rinasce-Re, un progetto dedicato ad artisti che lavorano sul tema dell’arte realizzata con materiali di risulta. In un mondo in cui le problematiche ambientali sono sempre più pressanti e le relative urgenze sempre più inascoltate dalla politica, l’arte è maggiormente attenta al fenomeno ecologista. Aumentano sempre, infatti, gli artisti che dedicano la totalità del loro lavoro alla realizzazione di pregiate opere d’arte create con oggetti rifiutati dalla società dei consumi, scarti reali che si impreziosiscono, attraverso il meccanismo concettuale del pensiero creativo. L’Arte in questo modo da una risposta concreta  e, soprattutto, fortemente simbolica alla società dell’usa e getta, del consumismo sfrenato che non produce nessun tipo di amore nei confronti delle “cose” che vengono considerate prodotti e mai manufatti.

Nel suo testo poetico: “Fra tutti gli oggetti” Bertolt Brecht  diceva:
“Fra tutti gli oggetti i più cari
sono per me quelli usati.
Storti agli orli e ammaccati, i recipienti di rame,
i coltelli e forchette che hanno di legno i manici,
lucidi per tante mani; simili forme
mi paiono di tutte le più nobili. Come le lastre di pietra
intorno a case antiche, da tanti passi lise, levigate,
e fra cui crescono erbe, codesti
sono oggetti felici.
Penetrati nell'uso di molti,
spesso mutati, migliorano forma, si fanno
preziosi perché tante vote apprezzati…”

In questa linea concettuale gli artisti che oggi operano con l’arte del riciclo esprimono un bisogno antico, e nel contempo attualissimo di creazione di un rapporto d’amore e non solo utilitaristico tre l’uomo e le cose che egli stesso crea, delineando un solco profondo di differenza tra una cultura che mira all'avere come suo principio di base ed un’altra che predilige l’essere.

Patrick Alo'

Patrick Alò – mostra personale – 25 settembre/1 ottobre 2007 – galleria Vista - Roma

Curatrice Marina Zatta

Patrick Alò porta avanti da anni una ricerca espressiva fondata sul recupero di materiali di risulta, in particolare parti di metallo provenienti spesso da meccanismi dimessi (automobili, moto e biciclette rottamate…). Riutilizzare materie scartate dalla nostra società dei consumi per realizzare oggetti d’arte è da diversi anni una ricerca artistica sempre più in espansione. Ovviamente, dietro la semplice ricerca estetica si disvela, molto poco celata, una poetica intellettuale di attenzione ecologica alle sorti del pianeta, il desiderio di sottolineare il bisogno di non soccombere a quella che sembra una sorte ineluttabile, il seppellimento dell’uomo e della terra sotto una montagna di rifiuti. Ovviamente, non sarà il riutilizzo dei rifiuti recuperati dagli artisti moderni a salvare le sorti del mondo, ma l’arte sente in se il compito, direi il dovere, di denunciare il bisogno di una centralità del problema che finora è stato praticamente inascoltato dalla politica che ha generato, con la sua colpevole disattenzione, quelle reazioni a catena (scioglimento dei ghiacciai, buco dell’ozono, cambiamenti climatici…) che orami tutti ben conosciamo. Sono perciò sempre più in aumento gli artisti che dedicano il loro lavoro alla realizzazione di pregiate opere d’arte create con oggetti rifiutati dalla società dei consumi, scarti reali che si impreziosiscono, attraverso il meccanismo concettuale del pensiero creativo. L’Arte in questo modo da una risposta concreta  e fortemente simbolica alla società dell’usa e getta, del consumismo sfrenato che non produce nessun tipo di amore nei confronti delle “cose” che vengono considerate prodotti e mai manufatti.

Battaglia: Singolare, Femminile

Battaglia: Singolare, Femminile – 27/30 settembre 2007 – Fortezza Girifalco, Cortona

Artiste: Paola Abbondi, Elisa Dedali, Renata Maccaro, Flavia Manfroncelli, Anna Salvati, Anna Maria Orlando

Curatrice Marina Zatta

La guerra è cosa da uomini. Quando la Patria chiama è la metà del cielo maschile ad accorrere. Quando il Potere lo esige, nella Storia, sono sempre stati i Grandi Uomini a decretare la parola GUERRA.

Il mondo delle donne ha sempre subito le scelte maschili, vivendo una condizione di emarginazione sul piano decisionale della Politica che è storicamente territorio maschile. La Guerra è stata dagli uomini decisa, combattuta, vinta o persa, e gli uomini hanno pagato il prezzo durissimo di questa decisione. Le donne hanno condiviso i lutti, il dolore, le lacrime ed il sangue senza mai poter condividere il momento  in cui la parola Guerra veniva decretata.

Con questa mostra Soqquadro da voce a diverse artiste donne perché raccontino la loro idea della guerra, giocando simbolicamente sul significato grammaticale della parola “Battaglia”, che sul piano lessicale è definita termine declinato singolarmente al femminile. Il gioco di parole che trasporta, attraverso la grammatica, la “Battaglia” dall'universo Maschile a quello Femminile è solo formalmente un momento di celia; quello che Soqquadro auspica è che le donne con la loro storica cultura della non violenza, dell’accoglienza e della gentilezza proposta come stile di vita, possano sedere sempre più numerose ai tavoli dove il Potere decide lo scorrimento del sangue, nella speranza che la presenza femminile sterilizzi il grembo dei guerrafondai per amplificare la fertilità del pacifismo.

Questa esposizione verrà presentata all'interno della manifestazione DonnArte di Cortona, che prevede diversi momenti espressivi di cultura femminile.

Guglie - Rinasce-Re

Guglie/Rinasce-Re – 6/13 ottobre 2007 – Fortezza Girifalco – Cortona

Artisti Guglie: Andrea Artusi, Marco Barucco, Lello Bavenni, Marco Bellagamba, Laura Candy, Luca Fortunato, Luciano Giovannini, Laura Limpidi, Flavia Manfroncelli, Franco Marchiolli, Gianni Musacchio, Giulio Orioli, Gerardo Russo, Lidia Scalzo, Antonio Spagnuolo, Enrico Zingaretti
Artisti Rinasce-Re: Luca Bellaccini, Serena Bigliani, Angelo De Boni, Beatrice Ercoli, Tiziana Guidi, Hector & Hector, Elsa Maria Teresa Littera, Andrea Mercedes, Melocco, Caterina Morelli, Angela Scappaticci, Gloria Tranchida, Lavinia Tucciarelli

Curatrice Marina Zatta

Soqquadro organizza Guglie, una moderna riflessione sul senso della spiritualità espresso da diversi artisti. Il riferimento del titolo è alle Guglie delle cattedrali gotiche che si elevavano verso il cielo alla ricerca espressiva della spiritualità medievale. Gli artisti hanno realizzato opere di cm. 30X120 esprimendo con la dimensione verticale la stessa concezione delle guglie gotiche. Le opere esprimono incertezze o determinazioni scatenati dal senso della spiritualità nel mondo moderno. L’epoca attuale è al contempo atea e religiosa ed in entrambi i casi spesso lo è in maniera integralista. Negli stessi spazi urbani convivono tante e diverse dimensioni del credere o negare l’esistenza del divino; queste diversità a volte coesistono pacificamente, altre volte si scontrano incapaci di tessere un dialogo. L’arte in quanto espressione del pensiero umano, ha il diritto/dovere di esprimere la propria visione su temi che coinvolgono la società. Anche in questo caso gli artisti esprimono, con le loro diverse riflessioni, la supremazia del dubbio contrapposto alla banalità della certezza che spesso caratterizza le forme di ideologia portando gli uomini allo scontro anziché alla comprensione reciproca.

Nell’ambito di una visione sociale interessata alle modifiche ambientali del pianeta, Soqquadro presenta l’esposizione Rinasce-Re, un progetto dedicato ad artisti che lavorano sul tema dell’arte realizzata con materiali di risulta. In un mondo in cui le problematiche ambientali sono sempre più pressanti e le relative urgenze sempre più inascoltate dalla politica, l’arte è maggiormente attenta al fenomeno ecologista. Aumentano sempre, infatti, gli artisti che dedicano la totalità del loro lavoro alla realizzazione di pregiate opere d’arte create con oggetti rifiutati dalla società dei consumi, scarti reali che si impreziosiscono, attraverso il meccanismo concettuale del pensiero creativo. L’Arte in questo modo da una risposta concreta  e, soprattutto, fortemente simbolica alla società dell’usa e getta, del consumismo sfrenato che non produce nessun tipo di amore nei confronti delle “cose” che vengono considerate prodotti e mai manufatti. 

Penetranti Silenzi

Penetranti silenzi – 16/21 ottobre 2007 – galleria Vista – Roma


Artisti: Angelo De Boni, Andrea Mercedes Melocco

Curatrice: Marina Zatta

Un pittore e una scultrice si confrontano in questa esposizione: Angelo De Boni e Andrea Mercedes Melocco. Un pittore “scultoreo” e una scultrice  “pittorica”. Angelo racconta tridimensionalità nelle sue opere, Andrea Mercedes elabora sculture che possono essere viste anche bi-dimensionalmente.

Le due narrazioni si intrecciano altresì nella loro modalità riflessiva; come due asceti entrambi gli artisti riflettono a lungo sulle loro opere, meditano, lavorano con lentezza, selezionano con cura i materiali, ricercano, e trovano, una perfezione tecnica e stilistica.

Il risultato di questa calma riflessività sono opere di grande fascino empatico, che raggiungono poeticamente l'anima dello spettatore, trascinandolo, o piuttosto facendo si che egli si rechi, in un luogo, in una dimensione, dove il silenzio non è assenza, ma vita. Laddove esprimersi non significa parlare ma lasciarsi intendere, esibirsi non significa mettersi in mostra ma esporre, il dire è sussurro e non urlo, un vociare gentile e al contempo potente, che si fa più si fa sommesso è più si fa ascoltare, non richiede attenzione, eppure la ottiene.

2006

Inquietudini

Inquietudini – 17 marzo/7 aprile 2006 – galleria GARD – Roma


Artisti: Marco Barucco, Fabrizio Falchetto, Emilio Giusti

Curatrici: Marina Zatta, Sonia Mazzoli

Testo critico: LFi

Inquietudini è una mostra al plurale che offre autori ed opere di stili, materiali, tecniche differenti, ma accomunati da uno stato d'animo corrispondente a tutti e tre gli artisti partecipanti. Un sentimento personale ma universale, espresso con poetiche e narrazioni dissimili e uguali.

Marco Barucco pare arrendersi a logiche spietate, che tracciano percorsi maniacali, nella realizzazione come nella poetica. Dettagli iperrealisti ci mostrano corpi rinchiusi in strette scatole, piedi martoriati, braccia che affogano nella sabbia, visoni generate da incubi, legate all'onirico spaventoso che accomuna bambini e adulti. Corpi feticci, nudi, in fuga, sepolti vivi, per un'arte che finisce per essere fagocitata dal corpo stesso.

Fabrizio Falchetto mescola elementi di pittura, scultura e poesia per costruire sipari sulla notte dell'anima, quinte scenografiche dove l'uomo, eterno ed effimero come la carta che lo sostanzia, si staglia su fondali animati di stelle e verità troppo crudeli per essere afferrate.

Emilio Giusti elabora un pensiero inquieto, irriverente quanto i colori dei suoi quadri, nella scelta netta di rivisitare, in chiave contemporanea, i fasti di una tradizione graffitista, quasi melodrammatica, non disdegnando correlazioni sia con il linguaggio infantile di Twombly che con l'espressionismo tedesco, sopratutto nelle forme satiriche utilizzate da Otto Dix e George Grosz.

Small, Medium, Large

Small, Medium, Large, mostra in due tappe
26 marzo/6 aprile – 3/17 maggio 2006 – galleria GARD – Roma


Artisti aprile: Andrea Abbatangelo, Maria Cecilia Camozzi, Antonietta Campilongo, Valentino Carboni,  Ciro Cipollone, Luciano Crisotomi, Tiziana Guidi, Mona Luisa, Giovanni Mangiacapra, Caterina Morelli, Simone Nicoletti, Giampiero Nucciarelli, Angela Scappaticci, Gloria Tranchida,  Lavinia Tucciarelli

Artisti maggio: Branimir Antonov, Andrea Bartolucci, Gemma Celino, Stefano Demuro, Gianluca Elia, Marco Ferranti, Maurizio Gaudenzi, Gigliola Granella, Marisa Muzi, Roberto Pagnani,  Anna Salvati, Fabiana Salzano, Pietro Spadafina, Giada Tarroni, Chiara Venturini

Curatrici: Marina Zatta, Sonia Mazzoli

Small, Medium, Large sono le taglie con cui attualmente si designano molti capi di vestiario, in particolare l'abbigliamento casual.

Oggetti di uso comune, presenti costantemente nella nostra quotidianità, semplici, collegati alle nostre abitudini, alle giornaliere consuetudini.

Small, Medium, Large, definiscono le taglie, le differenze tra i nostri corpi, carnosi o esili,  longilinei o minuscoli, con queste generiche misure le sostanziali differenze divengono similitudini, lievi diversità.

Nella mostra collettiva esposta alla galleria GARD, il tema comune è l'espressività artistica che si evolve in tre diverse “taglie”: quadri di dimensioni piccole, medie, grandi, ciascun artista espone tre opere declinate in tre diverse narrazioni spaziali. 

Quadri “casual”, che vogliono presentarsi come oggetti comuni, che possono essere inseriti nella quotidianità di ciascuno di noi, in una visione dell'arte che non vuole in alcun modo essere elitaria, ma avvicinarsi e fasciare con la capacità di un dialogo chiaro con lo spettatore. Dialoghi espressi in diversi stili, tecniche, se vogliamo linguaggi, ma che si accomunano in questa mostra attraverso un filo che li unisce, un comune denominatore: il desiderio di uscire dallo spazio della parete per entrare simbolicamente nei nostri armadi, come abiti del pensiero da indossare comodamente

micro & Macro

micro & MACRO –  10/24 novembre 2006 –  Museo Storico della Fanteria – Roma

Artisti: Marco Antonio Abbagnara, Marina Baciocchi, Andrea Bartolucci, Marco Barucco, Daria Calvelli, Valentino Carboni, Angelo De Boni, Stefano Demuro, Gianluca Elia, Maurizio Gaudenzi, Gigliola Granella, Giovanni Mangiacapra, Caterina Morelli, Muzi, Saro Puma, Gerardo Russo, Angela Scappaticci, Pietro Spadafina, Giada Tarroni, Marcello Trabucco, Gloria Tranchida, Lavinia Tucciarelli, Antonio Verdone, Stefano Zito.

Curatrice Marina Zatta

L’Arte della Forma e del Formato
Di Pamela Cento


Nella creazione di un’opera d’arte è determinante la scelta della dimensione spaziale del supporto materico su cui l’artista agirà creativamente. L’artista già prima del segno pittorico iniziale, fatto con un pennello, un sasso, una forbice o altro strumento, fa la scelta che più o meno inconsapevolmente sarà centrale per tutto il suo discorso fatto di materia: scegliendo la dimensione spaziale dell’opera determinerà il primo principio a cui si dovrà attenere per articolare il suo discorso pittorico o scultoreo. Una volta indicato il formato, difficilmente, tranne in alcuni casi “magici” dell’arte contemporanea, ci potranno essere ripensamenti; un colore si può modificare, renderlo più o meno denso, sfumare…;un segno può protrarsi all'interno della superficie divenendo sottile, spesso, carico, minuzioso…; il formato dell’opera è invece irreversibile, l’artista potrà utilizzarne solo una piccola porzione e lasciare vuota di segni la parte spaziale rimanente, ma in realtà quello che si definisce vuoto è comunque pieno sia fisicamente che percettivamente e farà certamente parte dell’opera. L’arte dell’artista sa il perché la scelta sia ricaduta su un certo formato, l’artista invece spesso lo capisce dopo. Oggi che è ben lontana la pratica degli affreschi monumentali che ricoprivano spazi immensi per cui ci voleva anche un decennio per completarli, il grande formato generalmente si presta al gesto istintivo che deve dire tutto e subito, il piccolo formato invece al raccogliere e focalizzare. Il formato, dunque, decide molto di quello che sarà il “destino” creativo dell’opera; la percezione dell’artista durante il suo fare artistico dovrà assecondare lo spazio pre-scelto, e il fruitore ascolterà l’opera in modi e modalità che a questo spazio si legano. Quali messaggi subliminali invierebbe il sorriso di Mona Lisa ammiccando in uno spazio 200 X 200 cm piuttosto che nel suo 77 X 53 cm, e come risuonerebbero gli echi di “Guernica” dentro un 77 x 53 cm piuttosto che nel suo 349 × 776 cm? Tutto sarebbe diverso, la ricezione sensoriale e intellettiva del livello formale (seppur identico nelle proporzioni) e quindi di contenuto dell’opera rimpicciolita o ingrandita, costituirebbe un’ esperienza totalmente e talmente differente che quel determinato quadro non sarebbe più quel quadro ma, un altro; già nella partenza pittorica altezza e lunghezza differenti avrebbero comunque portato all’ aborto di questi capolavori.
Non è un caso che la misurabile ampiezza concreta di un’opera si definisca con la locuzione di piccolo, medio o grande formato, il formato è la prima cosa che influirà sulla costituzione della forma; “formato” etimologicamente deriva da “forma” ed entrambi i termini riconducono sia alla delimitazione di uno spazio, sia alla struttura con cui gli elementi al suo interno vi vengono disposti e contenuti. Pollock prima di essere considerato uno dei massimi esponenti artistici della contemporaneità, proprio a causa di quei suoi maxi formati venne chiamato imbrattatele; le sue opere così inusualmente grandi, prima di conquistare Peggy Guggenheim, erano considerate poco più di carta da parati: ma era l’arte stessa di Pollock a richiedere continuamente quelle dimensioni, la sua danza gestuale pittorica altrimenti non si sarebbe potuta autogenerare con quel ritmo ossessivo e catartico.
I modi e le modalità con cui si utilizzeranno gli strumenti pittorici, il segno, la forma, la percezione da parte dello stesso artista e poi del fruitore viene deciso anche, e a volte soprattutto, nell'istante in cui l’artista si troverà davanti ad uno spazio più o meno vasto, questo perché il micro e il macro dimensionale dell’opera si prestano a strutture formali/comunicative differenti.
Spesso la dimensione spaziale dell’opera viene ritenuta fondamentale anche nel ricavare coefficienti di valore dell’opera stessa, è un’assurdità che nasce da un errore di fondo che confonde l’importanza del formato, determinante durante l’atto creativo  ma davvero poco interessante per la sua valutazione monetaria, in questo caso sono sopratutto altre le variabili che entrano in un gioco di mercato amaro e inevitabile che poco ha a che fare con la dimensionalità dell’opera: “La Gioconda” è tra i dipinti più celebrati al mondo eppure ha centimetri di concretezza di ben poca cosa.
Fondamentale é che l’artista scelga il formato che ritenga maggiormente funzionale per parlare, in base a ciò che vuole dire. Sbagliare il formato equivarrà a dire le cose in modo sbagliato, si comprometterà la forma e dunque la comunicazione.

AvantGARD - RetroGARD

AvantGARD – RetroGARD
mostra itinerante nelle gallerie:
Gard, Crispi, AOCF58 a Roma
13 dicembre 2006 – 19 marzo 2007


Artisti: Paola Abbondi, Daria Calvelli, Laura Candy, Valentino Carboni, Sabrina Carletti, Mirta De Simoni Lasta , Angelica De Stefano, Maurizio Gaudenzi, Dario Iazzetti , Massimo Lorusso, Maura Manfredini, Giovanni Mangiacapra, Tiziana Pannunzio, Manilio Prignano, Umberto Salmeri, Anna Salvati, Angela Scappaticci, Gloria Tranchida, Lavinia Tucciarelli, Antonio Verdone, Marco Angelini, Marco Barucco, Laura Candy, Valentino Carboni, Claudio Di Lascio, Tiziana Guidi, Caterina Morelli, Marco Antonio Abbagnara, Patrizia Anedda, Ariela Böhm, Alessio Brugnoli, Paolo Chirco, Roberto Pagnani, Enrico Zingaretti

Curatrici Marina Zatta e Sonia Mazzoli

In questa mostra itinerante che viene esposta in tre prestigiosi spazi della Capitale, vengono presentate le opere di trentaquattro artisti; una esposizione variegata che produce una con-fusione di tematiche, tecniche e stili artistici, accolti in un allestimento raffinato e minimalista.

L’esposizione itinerante denominata “AvantGard.RetroGard”, patrocinata dal Comune di Roma XI Municipio, verrà ospitata presso tre spazi espositivi estremamente differenti che faranno ri-vivere in nuove atmosfere e allestimenti le medesime opere pittoriche, scultoree e fotografiche; dall'atmosfera newyorchese della Galleria Gard, ubicata nei pressi della Piramide Cestia, si passerà, dal 27/01 al 7/02, negli ambienti raccolti e intimisti della Galleria Crispi situata nei pressi di P.za di Spagna, per giungere infine, dal 19/03 al 30/03, presso lo AOCF58 negli spazi che in passato hanno esposto le opere di alcuni dei maggiori artisti contemporanei posti nelle vicinanze di P.za del Popolo.

L’unione delle differenze, da intendersi come importanti punti di forza, di realtà espositive, di esperti di arte, di linguaggi e modalità artistiche, hanno permesso di realizzare un progetto che si svilupperà nell'arco di tre mesi coinvolgendo numerose figure che gravitano intorno alla scena artistica italiana. La forza dell’evento risiede nella varietà espositiva degli artisti, orbitanti intorno all'arte astratto-informale ma al contempo diversi nelle loro ricerche stilistiche, e nel viaggiare delle opere in diversi spazi del centro di Roma diversi e complementari nella loro specificità.